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Oggi permettetemi un piccolo commento sulle tracce uscite per la prova scritta di italiano dell’esame di Maturità, e in particolare su quella che richiama la caduta del Muro di Berlino.

Il testo della traccia della prova è il seguente:

Con legge n. 61 del 15 aprile 2005, il 9 novembre è stato dichiarato «Giorno della libertà», “quale ricorrenza
dell’abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di
democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo”.
A vent’anni dalla caduta del muro di Berlino, il candidato rifletta sul valore simbolico di quell’evento ed
esprima la propria opinione sul significato di “libertà” e di “democrazia
”.

A parte che mi sembra molto scontato un tema sulla caduta del Muro a vent’anni dall’evento, ma questo non è un problema, anzi, è una nota positiva e, chissà, forse ben accolta dagli studenti che magari se lo aspettavano.

La notizia invece mi fa sorgere alcune domande. Non conosco molto bene i programmi attuali di storia delle scuole superiori, ma tradizionalmente i docenti più bravi arrivano forse alla Seconda Guerra Mondiale. Quante sono allora le classi in Italia che hanno trattato la caduta del Muro di Berlino?

Sarei davvero curioso di leggere i temi dei ragazzi, perchè sapere cosa hanno scritto sarebbe molto interessante per capire che impatto ha quell’evento nelle coscienze dei giovani. Perchè, in fondo, anche per la mia generazione e forse ancora per qualcuno più giovane, si è trattato davvero di un fatto epocale, di una svolta storica che percepisci subito nel momento in cui la vivi. Per i più giovani invece, nati dopo il 1989, la percezione è naturalmente molto diversa, e, questa è una mia impressione personale, appare indebolita dai fatti successivi la reale portata di speranza per un mondo nuovo che ha accompagnato la caduta del Muro. Nelle nostre scuole si parla del valore e delle conseguenze di questo evento?

Per queste riflessioni, che sto quasi scrivendo ragionando a voce alta, mi vengono ancora più perplessità sull’intera traccia, quando si chiede agli studenti di discutere di “libertà” e “democrazia” a partire dal valore simbolico di quell’evento. Può una preparazione data dai programmi scolastici permettere di riflettere davvero su questi temi, che mi sembrano lontani anche dall’approfondimenti di molti corsi universitari?

Non è una critica fina a se stessa la mia, e queste perplessità rafforzano la mia curiosità di vedere questi temi, di poterli leggere, anche per capire meglio come noi adulti possiamo parlare alle nuove generazioni.

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