“Tskhinvali non esiste più”. “Gori distrutta”.
Ogni guerra ha le proprie città martiri. L’urbicidio, come lo ha definito il grande architetto Bogdan Bogdanovic riferendosi alle distruzioni urbane delle guerre balcaniche, è caratteristica comune a ogni guerra. Le città sono un simbolo non solo territoriale, ma anche culturale e politico, sono un segno, una presenza, e per questo vengono colpite se non addirittura distrutte.
Nella guerra in Georgia e Ossezia del Sud, due città sono emerse alla ribalta delle cronache come città simbolo, attaccate, occupate, distrutte. Sono Tskhinvali e Gori, una in territorio osseto, l’altra in territorio georgiano, in mezzo solo 50 chilometri.
(carta affianco originale su http://www.un.org/Depts/Cartographic/map/profile/georgia.pdf ) (altro…)