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Posts Tagged ‘New York’

Se i nostri centri urbani non hanno più spazio per aree verdi, costruiamole sopra la città. Questo devono aver pensato gli architetti promotori di uno dei progetti più originali del verde urbano.

parco-ny-da-corriere-casaLa ricerca dell’equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale, che spesso viene fatta in architettura (famosi in questo senso sono i tetti-giardino da Le Corbusier in poi), presenta ora un’idea alquanto orginale, che è in fase di realizzazione a New York.

Si tratta del recupero e riutilizzo di un tratto di linea ferroviaria sopraelevata ormai dismessa, che diverrà appunto parco, una sorta di corridoio verde urbano in mezzo ai grattacieli e, appunto, sopraelevato. L’idea che darà un nuovo spazio verde di socialità a Mahattan è degli architetti Diller Scofidio e Renfro in collaborazione con il gruppo Field Operations (la cui filosofia, tratta dal sito world-architects.com è “Whatever the scale and scope, our practice looks to respond with imagination and clarity to the unique circumstances of each project, crafting ecologically smart and culturally significant built works of lasting distinction”).

Sul progetto dell’higline park a New York vedi l’articolo e la galleria fotografica sulla sezione Casa del Corriere.it

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Dire che l’avevamo quasi anticipato con il post di pochi giorni fa è troppo, ma sicuramente la notizia di oggi non ci coglie di sorpresa. E il titolo di questo post ribalta il titolo di quel post, indicando volutamente il fatto che, quando la crisi colpisce le aziende più rappresentative di una città, colpisce le città stesse e i loro simboli di sviluppo.

nyt-grattacielo1E così dopo la crisi dell’auto a Detroit, di cui magari scriverò a breve, in questi giorni fallisce l’editoria, tanto che, come riportano i giornali italiani, il New York Times è stato costretto ad ipotecare il nuovissimo grattacielo di 52 piani da poco realizzato dal grande architetto Renzo Piano sulla Ottava Avenue.

Il grattacielo nuova sede del New York Times ha avuto grande risalto perchè è stato il primo a sfodare la “architettura della sicurezza” frutto della paura dopo l’11 settembre 2001. Un grattacielo luminoso, di più di 300 metri, con un materiale che filtra la luce del sole permettendo una distribuzione omogenea della luce, dando l’idea di trasparenza e leggerezza.

Un grattacielo simbolo insomma, per la qualità dell’edificio ma anche per il messaggio di speranza e di futuro per New York.

Ma se, come ha detto Piano all’inaugurazione, questo grattacielo “è lo specchio di New York“, oggi possiamo dire che è lo specchio della crisi, che è anche delle città e delle loro economie.

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Un modo diverso di ricordare l’11 settembre. Lo fa il New York Times, in un articolo riportato nella rassegna stampa estera di Radio 3 Rai (in onda alle 7 del mattino, che vale la pena ascoltare, come Prima Pagina sui giornali italiani, alle 7.15, il tutto ascoltabile o consultabile online il giorno dopo).

E’ interessante notare la differenza di come oggi, a sette anni dall’attacco alle Torri Gemelle, venga ricordato quell’evento. Molti giornali americani ovviamente continuano a dare grande risalto al ricordo della tragedia, ma il New York Times, forse in un modo che qualcuno potrebbe giudicare un po’ irrispetoso verso le vittime, decide di dedicare un articolo alla New York persa dei newyorkesi.

La città in primo piano quindi, e il legame delle persone con la città e con il suo paesaggio.

A 9/11 Loss Some Can See From the Window, si intitola l’articolo, che pone al centro del senso della mancanza, della perdita dopo l’11 settembre, anche la Vista della città che per molti cittadini era una parte di loro: “… was the View, that most coveted of New York City apartment amenities, shattered forever”. Allora molti hanno rinunciato a lungo a guardare fuori dalla finestra. (altro…)

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