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Posts Tagged ‘BerlinRomexpress’

Permettetemi questo post autoreferenziale 🙂

Sabato ho ricevuto il Premio speciale Scritture di Frontiera per la saggistica all’interno del Premio Letterario Internazionale 2008 “Trieste Scritture di Frontiera dedicato a Umberto Saba”.

Questa la motivazione ufficiale: “Matteo Apuzzo  (Trieste), “Le città divise”, Infinito Edizioni, Roma 2006. Premio in collaborazione il Centro Interdipartimentale di ricerca sulla pace”IRENE” dell’Università di Udine di cui Fulvio Salimbeni è direttore.

Gian Matteo Apuzzo insegna Sociologia del Territorio e Progettazione Sociale all’Università di Trieste e da sei anni coordina il Master in Cooperazione con l’Europa Centro-Orientale Balcanica per l’Università di Padova e di Trieste. Il premio Scritture di Frontiera per la Saggistica gli viene riconosciuto per l’attività che svolge da anni nel  favorire la conoscenza dell’Altro e il dialogo interculturale organizzando e promuovendo conferenze e pubblicando numerosi testi sui temi della povertà urbana e sul problema dell’abitazione in America Latina così come sul dramma delle città divise, studio quest’utlimo di grande attualità anche in ambito accademico, nonché dei progetti socio-territoriali e delle attività di formazione in modo particolare verso i Balcani per conto dell’Istituto Jacques Maritain. Attualmente collabora e scrive per l’Osservatorio sui Balcani,  nel progetto AestOvest, che percorre quel ”confine mobile” (il confine nord-orientale italiano) che molto ha diviso, ma che ora è divenuto più che mai un’opportunità di relazioni, contribuendo con ciò a contestare con gli strumenti della ragione e del sapere l’imperversante nefasto mito degli scontri di civiltà . I suoi articoli ne l’Osservatorio sui Balcani sono tradotti anche in sloveno, croato e inglese“.

premio-scritture-di-frontiera-con-roveredo-e-hubayDevo essere sincero, mi sono emozionato. Nella vita mi è capitato di vincere alcune cose importanti (nello sport), ma questo premio, assolutamente inaspettato, mi ha riempito di soddisfazione. E in fondo essere premiato affianco a, tra gli altri, scrittori del livello di Pino Roveredo e Mikos Hubay non può che riempire d’orgoglio.

La cosa più bella in assoluto di questi giorni, di sabato, di ieri e oggi ancora, è l’affetto e l’apprezzamento ricevuto da tanti. Via mail, su Facebook, via sms ho ricevuto davvero tanti messaggi che mi hanno dato gioia e allegria. (altro…)

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Nel blog BerlinRomExpress, con una bellissima foto della Porta di Brandeburgo illuminata, viene segnalato il Festival of Lights di Berlino, un appuntamento ormai classico durante il quale la capitale tedesca si veste di una luce davvero affascinante.

L’appuntamento, tuttora in corso, rientra in un recente filone di attrazione che pone la luce come forma d’arte che si integra con gli spazi delle città, rendendo i palazzi e i manufatti più famosi luoghi di attrazione multiformi e multidimensionali.

Le luci non solo colorano, ravvivano e danno nuovo dinamismo ai luoghi, ma cercano, come forma d’arte, anche di dare messaggi alle nostre città attraverso le città stesse.

Su questo filone segnalo anche l’iniziativa Luci d’Artista a Torino, la cui edizione del 2008 è consultabile sul sito del Comune di Torino, dove si trova anche la Mappa delle Luci per scoprire le varie installazioni. L’iniziativa, giunta ormai alla sua undicesima edizione, ha davvero un fascino particolare e tocca i luoghi più significativi della città con diverse installazioni.

Tra queste segnalo quella di Porta Palazzo, che credo sia uno dei luoghi più interessanti delle città italiane, dove c’è uno dei più bei mercati all’aperto (quello di frutta e verdura, è spettacolare!) e dove da anni è in corso un importantissimo lavoro di recupero, ristrutturazione e integrazione. L’installazione si intitola “Amare le differenze” ed è di Angelo Pistoletto.

E proprio sul Magazine del Corriere di un mese fa veniva riportato lo scambio di vedute sull’illuminazione del Duomo di Milano tra il Sindaco Moratti e la Curia. In un articolo intitolato “Come ti cambio le luci della città”, nel quale si richiamano famose esperienze di illuminazione artistica delle città, la giornalista sottolineava proprio la questione: “illuminare una piazza storica, un monumento, non è solo questione di sicurezza o di visibilità: la luce ha un valore artistico intrinseco...”. Non posso che concordare…

E per chi storce il naso, ritenendo poco adatte delle “luminarie” in luoghi nobili delle nostre città, cito un altro passaggio dell’articolo, nel quale si sottolinea che se si trova la giusta illuminazione e quindi il giusto rapporto luce-architettura, si crea un dialogo tra questi elementi che non solo è rispettoso dei luoghi, ma li esalta. Il grande esperto in questo campo, Alain Guilhot, che non parla di luce artificiale ma di sole notturno, dice: “la luce ha un compito pedagogico, cercare i dettagli dell’architettura che di giorno l’occhio non coglie, e terapeutico, far ritrovare la nozione di bellezza “.

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