In questi giorni sto leggendo un libro che mi è stato regalato un po’ di tempo fa (la pila di libri in attesa è sempre alta..) e che mi conferma ancora una volta la capacità di Amartya Sen di essere allo stesso tempo profondo e facilmente comprensibile da tutti.
Il libro è “La democrazia degli altri. Perchè la libertà non è un’invenzione dell’Occidente” (Bestsellers, Mondadori). La semplicità e la chiarezza con la quale Sen ci dice che non tutti i valori che “noi” crediamo di avere in esclusiva sono in realtà patrimonio storico solo del cosiddetto mondo occidentale, è quasi disarmante. Leggere il libro significa mettersi a ragionare su cosa è la democrazia e a rielaborare i concetti di democrazia che il mondo occidentale vuole esportare.
Trovo fondamentale la riflessione di Sen sul fatto che la vera essenza della democrazia è la “discussione pubblica”. Non lo è il diritto di voto, seppure, ovviamente, fondamentale, ma il diritto e la libertà di esprimere opinioni e proposte, di difenderle pubblicamente e di esprimere contrarietà e protesta. Senza queste libertà, pur in presenza di libere elezioni, si ha solo una democrazia formale. Come dice il libro di Sen, la democrazia così intesa non è affatto un’invenzione occidentale.
Questa la quarta di copertina:
“Le inattese difficoltà militari e politiche incontrate dalla coalizione anglo-americana nel secondo dopoguerra iracheno hanno sollevato un’ondata di scetticismo sulla possibilità di introdurre nel paese, in tempi ragionevolmente brevi, un sistema di governo democratico. Eppure sarebbe un errore dichiarare che l’idea stessa di “esportare” la democrazia in nazioni che ne sono prive sia destinata al fallimento.
Nei due saggi raccolti Amartya Sen, premio Nobel per l’economia nel 1998, illustra con numerosi esempi l’esistenza di secolari tradizioni democratiche in paesi attualmente oppressi da regimi totalitari e invita a non commettere un ulteriore peccato di “imperialismo culturale”: l’appropriazione indebita dell’idea di democrazia. Della quale suggerisce invece di esplorare e sviluppare proprio gli aspetti che sono valori condivisi della storia di tutta l’umanità.“