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Posts Tagged ‘Conflitto’

Eccomi tornato dopo quasi un mese, dopo un paio di bei viaggi, tra Romania, Serbia, Croazia e Bosnia, dei quali cercherò di riportare qui qualche notizia, riflessione, immagine…

Sarajevo_parlamento_09Sono finalmente tornato a Sarajevo. Sarajevo sta cambiando. Si sta riprendendo, si recupera, si rinnova, è dinamica, pur nel suo ritmo ammaliante balcanico-ottomano. Ma cosa è Sarajevo oggi?

Ho affermato più volte nei miei articoli che la guerra ha cambiato le città dei Balcani. Possiamo affermare che le città hanno subito una vera e propria rivoluzione al contrario, perdendo il loro carattere cosmopolita, multiculturale, di pluralità e multi-presenze. Ciò è avvenuto attraverso processi di omogeneizzazione sociale, una radicalizzazione dell’appartenenza che ha determinato una semplificazione della composizione sociale. E questo nelle città determina un’occupazione iconografica dello spazio urbano e del paesaggio in generale, con una sovrapposizione di cittadinanza e nazionalismo. (altro…)

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Ieri ho letto una bellissima intervista su Corriere.it nella sezione di Milano, che voglio riportare qui, e che potete trovare nell’articolo “Loi: non solo eventi. Piazze, scuole, ospedali: lì nasce la vera cultura” .

Il poeta Franco Loi afferma che la cultura delle città è dove ci sono le persone. «La cultura è muovere la co­scienza di chi ci ascolta. Non grandi mostre o grandi festival. È andare tra la gente e andarci di persona»

Esiste un grande dibattito sul contrasto che nasce nelle città quando viene promosso un processo di rinnovo urbano, di recupero, o quando vengono promossi mega-progetti urbanistici di sviluppo: da un lato chi vede come importante l’immagine che si dà all’esterno della città, come “cartolina” o “biglietto da visita” nella competitività del marketing urbano globale; dall’altro chi invece ritiene che sono i cambiamenti rivolti più alle ricadute interne, nella qualità della vita urbana quotidiana (fisico-ambientale, sociale, culturale), ad essere il vero tramite dello sviluppo e dell’attrattività di una città.

Probabilmente la risposta sta in una posizione intermedia, il problema è che spesso si trascura il secondo aspetto, considerandolo poco “visibile”. E il poeta Loi, nella sua intervista, infatti non nega l’importanza dei grandi progetti («Penso già a cosa sarà l’Expo: costruzioni, denaro, infrastrutture. Benissimo, ma non è sufficiente») ma punta decisamente ad una dimensione della cultura urbana più legata al carattere locale, più vicina ai cittadini, una cultura dal basso che non significa assolutamente una cultura bassa: «Dove ci sono le per­sone. Negli ospedali, nelle mense aziendali, nelle scuole.(…)Non bisogna identificare la cultura con le iniziative di rap­presentanza, le grandi mostre da centomila visitatori. Si va, si guarda, si dice ‘Ci sono stato’, poi si torna a casa e non è cam­biato niente»

La cultura delle città è quindi spesso una cultura informale, che sta nelle molte iniziative delle associazioni e dei cittadini che autopromuovono un’azione di comunità locale : «Sì, è quella delle mille asso­ciazioni d’arte, di musica, di vo­lontariato che lavorano senza ascoltare le direttive di nessuno, partito o autorità. Che, semplice­mente, fanno quello che c’è da fare negli ospedali, nel quartie­re». Comunità locali che fanno le città, nelle quali anche il dialetto, anche in grandi città come Milano, diventa nuovamente la lingua franca tra i cittadini di diversa provenienza «È come per il dialetto: pensa­vo che fosse scomparso, fino a quando in via Paolo Sarpi non ho sentito un cinese dire all’al­tro: ‘Alura, cume l’è andada?’. Gliel’ho detto, è strana questa città, quando tutto sembra fini­to, ricomincia in qualche altro modo».

gara-carrellini-via-sarpi-milano-da-repubblicaitE proprio ieri si è svolta a Milano, in Via Sarpi, la Chinatown della città oggetto di grandi “contrasti”, una originalissima gara, quella di carrellini. I famosi carrellini per trasportare le merci, tanto usati dai cinesi e divenuti ormai simbolo di quella parte di città, diventano anche strumento originale per proporre una riflessione. E, come riporta un articolo di Repubblica.it sempre nella sezione di Milano (con relativa galleria fotografica), l‘intento degli organizzatori è proprio quello di trovare percorsi di incontro tra le diverse diverse culture urbane: «L´iniziativa affronta in modo ironico quello che è diventato uno dei simboli del conflitto nel quartiere Sarpi, così da ritrovare un terreno comune di confronto e dialogo»

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israeli-strike-on-gaza-bbc-newsGaza è di nuovo bombardata, colpita da uno tra i più violenti attacchi visti in questi anni di continue violenze. Ancora missili su Israele nei mesi scorsi, e ancora un’azione militare distruttiva e devastante in risposta (vedi le immagini, tra le quali quella qui affianco, nella sezione InPictures di BBC News)

Quando parlano le armi è difficile trovare le parole. Ancora più difficile trovare quelle giuste.
Il conflitto israeliano/palestinese sembra una di quelle questioni irrisolvibili, tanto è il tempo ormai passato dall’inizio della crisi e tanto numerosi ormai gli episodi e i periodi di guerra vera che si sono succeduti in questi anni.
Il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato è un diritto sacrosanto che non può più essere negato, per il quale non dovrebbe essere permesso che cada più un solo palestinese sotto i colpi dell’esercito israeliano. Come è sacrosanto il diritto del popolo israeliano a vivere in pace, senza la paura di venire uccisi in qualsiasi momento da qualche missile o qualche attentato. Due popoli sotto assedio continuo, due popoli che vivono nella paura continua.

La vita in questo territorio conteso è stata ulteriormente spezzata dal grande muro (West Bank Barrier) costruito a partire dal 2002, uno dei muri contemporanei più grandi e più duri. (altro…)

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