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Posts Tagged ‘Berlino’

Ieri sono stato ospite a Radio Popolare, nella trasmissione Jalla! Jalla!, che trattava il tema dei Nuovi Muri, e ringrazio gli autori e i conduttori.

Come dice la pagina della trasmissione, è stato un giro del mondo, passando dalla caduta del Muro di Berlino, all’Europa, ai Balcani, ai muri delle favelas di Rio de Janeiro, trattando poi anche i nuovi divieti che lì stanno emergendo. Una gran bella trasmissione!

Questo è il link della trasmissione (1 dicembre)

http://mir.it/servizi/radiopopolare/blogs/jalla/

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Città in crisi? Non per le ruote panoramiche sembra. Mentre nelle città del mondo sono fermi i grandi cantieri e la costruzione dei grattacieli è in crisi, come abbiamo anche riportato in alcuni post precedenti, sembra non essere per niente in crisi la costruzione di ruote panoramiche. Sempre più grandi, sempre più alte, stanno divenendo l’icona della competizione urbana a livello globale.

chicago-ferris-wheel-da-wikipediaÈ passato ormai più di un secolo dalla prima ruota, quella di Chicago del 1893, alta “appena” 80 metri scarsi e costruita per l’Esposizione Universale  come risposta alla Tour Eiffel di Parigi realizzata nella precedente esposizione del 1889. Di quell’epoca è anche la famosa ruota panoramica del Prater a Vienna, che potremmo considerare la prima ruota che è entrata nell’immaginario collettivo come simbolo di una città.

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Durante la campagna elettorale per l’elezione del neo-presidente degli Sati Uniti, molta incertezza era data, più che dai numeri dei sondaggi, dalla riflessione di quanto i dati che emergevano a favore di Obama Barack fossero davvero capaci di cogliere un sentimento latente degli americani di avversione alla possibilità di avere un presidente nero.

Al di là delle questioni politiche, e delle questioni tecniche relative ai sondaggi, interesse di questo blog è provare a leggere i fenomeni e gli avvenimenti attraverso le dinamiche sociali sul territorio e in particolare negli spazi urbani. Molto spesso le città, nella loro organizzazione fisica e relazionale, sono specchio della realtà sociale più generale e ci raccontano cosa c’è dietro ai fatti e ai numeri.

E quindi in questi giorni, come fanno tutti, anche qui vogliamo parlare della vittoria di Obama, ma da un angolatura relativa alle città, soprattutto alle città degli stati del sud, alle città dove la società americana è divisa nella quotidianità, negli spazi, nelle speranze.

A parte la questione dei ghetti urbani in cui l’appartenenza etnica è fattore determinante, come ad esempio a Los Angeles, caso simbolico dell’attualità della divisione e della violenza urbana, la questione della segregazione socio-spaziale delle città americane era emersa in maniera tragica con la devastazione di New Orleans dell’uragano Katrina del 2005. In quella occasione ho avuto come l’impressione che l’America scoprisse in quel momento i suoi poveri, come se fossero emersi dalle acque che avevano inondato la città. Ed era evidente, una volta passato l’uragano, che non era stata colpita tutta la città, ma i quartieri neri della parte bassa e povera, e non invece i quartieri bianchi e ricchi della parte alta. Come se Katrina avesse solcato quella linea di demarcazione socio-spaziale della città che caratterizza la realtà di New Orleans, ma anche di molte altre città. (altro…)

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Il muro di Berlino, come spesso avviene per manufatti simili, si è trasformato in luogo di memoria, e quindi anche meta di turisti, anche grazie alla trasformazione artistica della sua immagine. I segni del muro non sono tantissimi ma sono presenti, e Berlino oggi affronta la sua storia con la forza di chi ha saputo andare avanti, tanto da essere una delle città più attrattive d’Europa.berlin-mauer-1961-1989

I giornali riportano la notizia dell’inizio dei lavori di ristrutturazione di ciò che è rimasto del muro, quei 1300 metri conosciuti come la East Side Gallery sui quali moltissimi artisti provenienti da diversi paesi del mondo nel 1990, per festeggiare la caduta fisica e simbolica di quel confine, hanno dipinto loro opere rendendo quel tratto del muro una galleria d’arte all’aperto.

Le immagini della East Side Gallery si possono vedere su diversi siti, tra i quali Berlin Wall East Side Gallery, o sul sito www.berlin.de, o con una visione di insieme nelle foto del fotografo Bradford Bohonus. (altro…)

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Nel blog BerlinRomExpress, con una bellissima foto della Porta di Brandeburgo illuminata, viene segnalato il Festival of Lights di Berlino, un appuntamento ormai classico durante il quale la capitale tedesca si veste di una luce davvero affascinante.

L’appuntamento, tuttora in corso, rientra in un recente filone di attrazione che pone la luce come forma d’arte che si integra con gli spazi delle città, rendendo i palazzi e i manufatti più famosi luoghi di attrazione multiformi e multidimensionali.

Le luci non solo colorano, ravvivano e danno nuovo dinamismo ai luoghi, ma cercano, come forma d’arte, anche di dare messaggi alle nostre città attraverso le città stesse.

Su questo filone segnalo anche l’iniziativa Luci d’Artista a Torino, la cui edizione del 2008 è consultabile sul sito del Comune di Torino, dove si trova anche la Mappa delle Luci per scoprire le varie installazioni. L’iniziativa, giunta ormai alla sua undicesima edizione, ha davvero un fascino particolare e tocca i luoghi più significativi della città con diverse installazioni.

Tra queste segnalo quella di Porta Palazzo, che credo sia uno dei luoghi più interessanti delle città italiane, dove c’è uno dei più bei mercati all’aperto (quello di frutta e verdura, è spettacolare!) e dove da anni è in corso un importantissimo lavoro di recupero, ristrutturazione e integrazione. L’installazione si intitola “Amare le differenze” ed è di Angelo Pistoletto.

E proprio sul Magazine del Corriere di un mese fa veniva riportato lo scambio di vedute sull’illuminazione del Duomo di Milano tra il Sindaco Moratti e la Curia. In un articolo intitolato “Come ti cambio le luci della città”, nel quale si richiamano famose esperienze di illuminazione artistica delle città, la giornalista sottolineava proprio la questione: “illuminare una piazza storica, un monumento, non è solo questione di sicurezza o di visibilità: la luce ha un valore artistico intrinseco...”. Non posso che concordare…

E per chi storce il naso, ritenendo poco adatte delle “luminarie” in luoghi nobili delle nostre città, cito un altro passaggio dell’articolo, nel quale si sottolinea che se si trova la giusta illuminazione e quindi il giusto rapporto luce-architettura, si crea un dialogo tra questi elementi che non solo è rispettoso dei luoghi, ma li esalta. Il grande esperto in questo campo, Alain Guilhot, che non parla di luce artificiale ma di sole notturno, dice: “la luce ha un compito pedagogico, cercare i dettagli dell’architettura che di giorno l’occhio non coglie, e terapeutico, far ritrovare la nozione di bellezza “.

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