Oggi una mia amica mi ha parlato della necessità di mettersi a ragionare seriamente sugli strumenti e sui principi della pianificazione, ferma ormai su concetti radicati ma ormai, operativamente, quasi privi di consistenza, almeno nella maggioranza delle politiche pubbliche.
Uno di questi concetti è la sostenibilità, e su questo concetto, mentre si discute molto a livello di principi e di micro-progetti, forse le nostre città ancora poco lavorano quando si tratta di strumenti tecnici politico/amministrativi e di visione generale dello sviluppo del proprio territorio.
Mi è quindi venuta in mente la nascente città a impatto zero, Masdar City, che, come molti dei più visionari progetti della città del futuro, nascerà negli Emirati Arabi a pochi chilometri da Abu Dhabi. Non una “normale” città nuova costruita dal nulla, ma viene definita una vera e propria nuova forma di convivenza urbana. Un visione urbana, insomma.
E infatti il sito di Masdar City parla della città come dell’espressione fisica di una visione. La nascita di questa città rientra in un mega-progetto denominato proprio The Masdar Initiative; come scritto nel sito, “Abu Dhabi has established its leadership position by launching the Masdar Initiative a global cooperative platform for the open engagement in the search for solutions to some of mankind’s most pressing issues energy security climate change and the development of human expertise (…)“
Tra gli obiettivi fissati dal progetto ideato dal grande architetto Foster, e che sono elencati sul sito, ci sono: 100% energia rinnovabile, carbon neutral, zero waste. Masdar city promette di fissare nuovi benchmarks per la sostenibilità delle città del futuro.
Un interessante articolo su questa visione di città è stato pubblicato qualche mese fa nella sezione online “Le città illuminate” dell’inserto Nova del Sole24Ore, articolo dal titolo “La città dell’energia” a firma di Alessandra Viola. Anche qui, oltre a interessanti descrizioni e ad alcuni dati, viene ripreso il concetto di visione: “La città del futuro, capace davvero di proporre un nuovo modello di convivenza sociale e urbana, dovrà ricondurre il problema energetico e ambientale alla loro dimensione essenziale, l’uomo. (…) Masdar invece si propone al mondo come laboratorio vivente di convivenza sociale e buone pratiche. Un work in progress di nuove tecnologie per l’energia (vi ha già aperto, con il sostegno del Mit, un ambizioso centro di ricerca), riciclaggio, mobilità e tecniche per lo smaltimento dei rifiuti. Ma soprattutto vuole essere un laboratorio umano, dove immaginare i cittadini del futuro.“