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Posts Tagged ‘appartenenza’

Madre Teresa e il lustra scarpe, così titola un interessantissimo articolo pubblicato su Osservatorio Balcani e Caucaso (a firma di Risto Karajkov), richiamando alcune delle statue che l’amministrazione locale di Skopje, in Macedonia, ha installato nel centro della città in una grande opera di recupero e di rinnovamento.

madre-teresa-skopje-da-osservatoriobalcaniorgUn toro, un mendicante, una bella ragazza, un lustrascarpe, un tizio che cerca di attirare l’attenzione della bella ragazza dall’altra parte della strada.. (…)La bella ragazza, dall’altra parte della strada, è al centro dell’attenzione da oltre un mese ed è quasi diventata un simbolo della città. (…). Cinquanta metri più in là, verso la piazza centrale, c’è il vecchio monumento di Madre Teresa. La costruzione del suo mausoleo, proprio di fianco alla statua, è stata completata solo un paio di mesi fa. Fino a poco tempo fa, Madre Teresa era tutta sola sul corso principale. Ora, all’improvviso, si trova in fitta compagnia, ma tutti vogliono farsi fotografare con la sua giovane dirimpettaia”.

A Skopje è quindi in atto una trasformazione urbana notevole, un “rinascimento architettonico”, che non si ferma alle statue, ma riguarda anche i palazzi, edifici storici e anche diverse grandi infrastrutture. Il centro della città è però oggetto di un vero e proprio restyling culturale e iconografico, nel quale simboli urbani e identità giocano ancora una volta un ruolo fondamentale. Chi parla di una volontà di rivendicazione di tradizioni culturali nei confronti della Grecia (ci sarà a breve anche una statua di Alessandro Magno), chi di “de-slavizzazione” e quindi della volontà di rompere definitivamente il legame slavo, chi vede invece un disegno politico di affermazione di potere interno.

Forse sono tutte le cose messe insieme, che determinano una significativa appropriazione dello spazio urbano nel suo più pieno termine di spazio politico. La città che include ed esclude attraverso i suoi simboli, culturali, politici, religiosi.

church-crkva-skopjeTale iper-attività sta creando molti malumori, ma è proprio su un edificio religioso che la città si sta dividendo anche con manifestazioni a volte violente. Come ha riportato già il blog balKan_scapes, la decisione di edificare una nuova chiesa nella piazza centrale sta creando un vasto dissendo, e ci viene indicato un altro blog molto interessante skopje2803 nato proprio per raccontare questa divisione: le proteste, i dissensi, le manifestazioni di studenti, le posizioni di chi rivendica uno spazio urbano “laico”, le contromanifestazioni, le contrapposizioni, gli scontri.

Tali dinamiche di “rinnovamento” urbano e di radicalizzazione di simboli di appartenenza culturale e religiosa nello spazio urbano sono abbastanza simili in tutti i Balcani del post-conflitto. Una battaglia culturale neanche tanto sottile, tra memoria, identità, appartenenza, giocata anche e soprattuttot negli elementi architettonici e urbanistici delle città e delle capitali. In questo senso, sempre dal blog skopje2803, segnalo questo interessante workshop, molto pertinente rispetto a quanto sta succedendo, “Reading the City: Urban Space e Memory“, che si terrà a Skopje a metà maggio, organizzato dalla fondazione “Remembrance, responsibility and Future” (Geschichtswerkstatt Europa), il Goethe-Institut e la Technical University of Berlin.

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Un modo diverso di ricordare l’11 settembre. Lo fa il New York Times, in un articolo riportato nella rassegna stampa estera di Radio 3 Rai (in onda alle 7 del mattino, che vale la pena ascoltare, come Prima Pagina sui giornali italiani, alle 7.15, il tutto ascoltabile o consultabile online il giorno dopo).

E’ interessante notare la differenza di come oggi, a sette anni dall’attacco alle Torri Gemelle, venga ricordato quell’evento. Molti giornali americani ovviamente continuano a dare grande risalto al ricordo della tragedia, ma il New York Times, forse in un modo che qualcuno potrebbe giudicare un po’ irrispetoso verso le vittime, decide di dedicare un articolo alla New York persa dei newyorkesi.

La città in primo piano quindi, e il legame delle persone con la città e con il suo paesaggio.

A 9/11 Loss Some Can See From the Window, si intitola l’articolo, che pone al centro del senso della mancanza, della perdita dopo l’11 settembre, anche la Vista della città che per molti cittadini era una parte di loro: “… was the View, that most coveted of New York City apartment amenities, shattered forever”. Allora molti hanno rinunciato a lungo a guardare fuori dalla finestra. (altro…)

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