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Posts Tagged ‘Italia’

È di ieri la notizia che al rientro dalle vacanze molti cittadini in Italia troveranno una novità, che li costringerà ad andare più lenti: il limite in molte strade urbane posto a 30Km/h!

Rientro slow” ha titolato un commento su Corriere.it, richiamando la strategia della lentezza: “Da Roma a Milano, a Bologna, a Verona, la ripresa rilancia la mobilità dolce e i progetti per migliorare la vivibilità e la qualità urbana. È la rivincita di pedoni e ciclisti (almeno sulla carta), limite_30kmhma anche la svolta tante volte annunciata per rendere più sicure le strade e adeguare le nostre città agli standard della Ue.

La notizia ovviamente viene accolta con diverse reazioni, perché comunque ogni limite incontra qualche oppositore. Provocatoriamente mi viene da dire che non cambia molto perchè per il traffico congestionato la velocità in certe zone centrali è già molto inferiore (la velocità media dei mezzi pubblici in molte città italiane al di sotto dei 20Km/h). Il punto però è che imporre un limite di velocità di questo tipo è un buon passo per rendere più sicure le nostre strade ma un  passo piccolo piccolo per renderle più vivibili.

Per avere città a misura di cittadino occorre una strategia appunto. Purtroppo l’Italia continua ad essere un paese nel quale le strategie si hanno solo sull’aumento dell’edificabilità e della possibilità di costruire. Non per niente, come ho detto in altri post precedenti, le città italiane non rientrano più in classifiche internazionali sulla qualità del vivere urbano. Tra la rete di metropolitana quasi inesistente, le aree verdi scarse e spesso degradate, le pedonalizzazioni osteggiate, le piste ciclabili spesso solo annunciate o mal realizzate, i quartieri con spazi di socializzazione ristretti, la vivibilità delle nostre città è a livelli qualitativi sempre decrescenti.  E l’auto continua ad essere il centro attorno al quale ruota il resto del mondo…

La lentezza non deve essere un mito ma un approccio serio per migliorare le nostre città. La città lenta è una questione di cultura urbana e politica, non di tecnicalità urbanistica o ingegneristica. Per essere più sicuri nelle strade va benissimo andare a 30 all’ora, l’importante è che la strada non sia l’unico oggetto di intervento delle nostre politiche urbane.

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Due giorni fa sono stati resi noti i risultati di una ricerca sul tempo speso nel traffico urbano. Dal rapporto presentato ieri alla conferenza “Kyoto for the cities” a Napoli  dalla società che ha curato lo studio, la Vision&Value, emerge una situazione allarmante: considerando solo le 10 città italiane più grandi con relativa provincia, il traffico ci ruba quasi un’ora al giorno a testa e ci costa in tutto 27 miliardi di euro l’ anno.

Roma si conferma la città più in coda, con 227 ore all’anno, nettamente la più trafficata, seguita a distanza da da Palermo con 139, da Napoli con 120 e Milano con quasi 100 ore. (altro…)

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Le città italiane si stanno evolvendo tra non luoghi e superluoghi. Almeno questa sembra essere l’immagine che emerge dal rapporto 2008 della Società Geografica Italiana, intitolato “L’Italia delle città. Tra malessere e trasfigurazione”. I due termini usati sono di per sé già molto indicativi.

societa-geografica-italianaMentre da mesi ormai stiamo parlando di città in crisi e delle ricadute della crisi economica nella vita delle città, questo studio sullo stato delle città in Italia non ci dà certo segnali incoraggianti. Almeno questa è l’interpretazione che ne do io, rispetto ad alcuni elementi che vi accenno qua sotto.

Il rapporto (anche se, ammetto, non ho avuto ancora l’opportunità di leggerlo nella sua interezza) conferma una tendenza chiara da alcuni anni, e cioè che l’inurbamento del pianeta, e anche del nostro paese, è un processo ormai inarrestabile: la città e “l’urbanità” è caratteristica della contemporaneità, tanto che si parla di ambiente urbano anche per molte parti del territorio che non sono città.

L’altro aspetto che emerge è che l’evoluzione più recente delle città italiane è un’evoluzione prevalentemente di non-luoghi, o di superluoghi, come si è iniziato a chiamarli adesso. (altro…)

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